
Elena Elle Comana è il nome con cui sono conosciuta nel web, se fossi un’artista lo definirei nome d’arte. Sulla terraferma e sui documenti sono Elena Lozza, a volte mi firmo solo Elle. Una matriosca tiene dentro questi nomi, in tutti mi riconosco.
Massofisioterapista di professione, ho dedicato negli ultimi quindici anni sempre più tempo e energie alla passione per la lettura e la scrittura, a studiare e formarmi. Il covid-19 vissuto in Bergamo ha segnato un passaggio netto: lettura e scrittura sono state zattere a cui aggrapparsi nel buio, poi vascelli per varcare i confini, conoscere nuove lingue, nuovi mondi.
Che ne è stato del mio lavoro con il corpo, lo studio la dedizione e l’amore per la cura, il contatto, l’incontro con l’altro? Si è trasformato in sguardo e parole: la luce e il modo attraverso cui vedo e racconto il mondo. Per me non c’è molta differenza: il libro è un corpo, il corpo è un racconto.
Non saprei dire se un giorno scriverò qualcosa di diverso da questi quadri, cornici in cui ricreo un mondo in piccolo, piccolissimo. Curo ogni scritto come un haiku o un ikebana, una persona, un piccolo di qualcosa che nel suo genere è equilibrio, completezza, bellezza.
Dal 2017 sono volontaria del Circolo dei Narratori di Bergamo con cui continuo formazione e collaborazione e per cui curo il progetto scrittura de “La Compagnia dei Racconti”, da cui il libro edito a ottobre 2022.
Presto voce, sguardo e parole in biblioteche, scuole, cortili, eventi per la cittadinanza. Durante il periodo della pandemia il nostro raccontare si è adattato, ricreando sempre la possibilità di tessere reti, ascolto, cura, vicinanza attraverso le storie. Storie del focolare attorno a cui raccogliersi, stringersi, trovare speranza.
Dall’anno 2021 frequento la scuola di scrittura di Francesco Trento grazie alla quale imparo a dare voce e forma alle storie.
Dal 2022 lavoro come promotrice alla lettura presso le biblioteche del Circolo Bibliotecario Bergamasco.
Non mi decidevo mai ad aprire un blog, ma sapevo che se l’avessi fatto si sarebbe chiamato Abracadabra, parola che nell’ebraico biblico significa:
“Mentre parlo creo, creo con le parole”