TREMA LA NOTTE, Nadia Terranova, letto da Aurora Peres

Ho ascoltato “Trema la notte” di Nadia Terranova, attraversato dalla voce di Aurora Peres. Seguendo la voce della narratrice pure io attraversavo, e per tutto il tempo mi son chiesta, dove sono?

Le domande che risuonano quando leggo le storie, quelle che mi accompagnano anche dopo che ho chiuso i libri, sono per me guida e punto di riflessione. Dove sono stata?, mi son chiesta alla fine del libro, senza nessuna voglia di uscirne, e quando in automatico l’audiolibro è ripartito l’ho seguito con gratitudine. 

Questo finire e ricominciare m’è parso rappresentare la simbologia di un viaggio che, dipanato sul filo degli arcani maggiori, si fa e si disfa sempre avanzando, portando avanti l’umanità da una storia all’altra. 

Della voce di Nadia e Aurora dicevo, raramente ho trovato così preziosa la comunione dell’una con l’altra, la bellezza rara dell’ascolto che scivola armonioso nel racconto scritto e orale. 

È stato come traversare una storia liquida, non sembra nemmeno scrittura, mi dicevo. Così fluida e così reale, viva semplice e terrifica, da sembrare vita stessa. 

Non ho percepito fessure, scarti, arricciamenti, non ho inarcato sopracciglia ricordando particolari che dall’una all’altra sponda di un capitolo sembrino non coincidere. Non crepe in cui cadere, nemmeno crepe da cui si dice esca la luce.

Non ho visto luce uscire né entrare perché l’atmosfera in cui mi son sentita immersa era lattea, dorata sì, luminosa, ma di una luce che è dentro, raccolta in sé, contenuta. 

Poi ho capito. Pensando che ciò che mi pare attraversi il romanzo sia il materno sterminato, in tutte le sue forme, mi sono sentita come il pulcino nell’uovo, che si fa e si tesse su matrici genetiche e arcaiche, che sente i suoni della terra, degli avi, delle ossa dei morti e dei canti dei vivi, delle campane a festa e delle campane a morto. La vita, la morte, la vita. Dentro quell’involucro dalla forma perfetta, accarezzata dal mistero più grande. 

L’uovo cosmico

Attorno, gli arcani

Se fossi illustratrice disegnerei l’uovo, con la creatura che lì dentro si forma e respira, le carte attorno da cui partono fili che convergono al guscio, informando il dentro del fuori e il fuori del dentro.

Il materno sterminato, pensavo continuamente, nel suo doppio significato: annientato e immenso. Distrutto e sempre rinnovato. 

Oro liquido. 

Affacciarsi al mondo dal dentro del mondo.

Giro giro tondo

Trema il mondo

*

“Trema la notte”, Nadia Terranova, Einaudi Stile Libero, letto da Aurora Peres per Audible

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