Questa storia ha una sua stranezza, come clima e dimensione direi, è una sorta di storia incantata come incantata è l’isola.
È per il lettore come per Cicero nel libro quando vaga da sonnambulo:
tutto è vero ma è anche sogno.
Non bisogna fermarsi per cogliere il razionale di ogni passaggio, bisogna rallentare la lettura per stare dentro al sogno, per connettersi con l’onda del sogno che poi, si capisce, non è solo il sogno di una notte ma è il sogno di una vita, di tutte le vite.
Zara in “Volo via”, Zita e Zarina in “Cicero”, si somigliano molto: è sempre il femminile sano che chiama da fuori, che invita a venire al mondo andando per il mondo.
Il messaggio di Zita in Cicero è il messaggio di Zara e di Zarina: “Alzati sempre per seguire i tuoi sogni”.
Mi piace molto questa dimensione che ha del realismo magico e pare traghettare il bambino nella vita e nella dimensione del ragazzo, lasciando all’infanzia la magia ingenua dei bambini e calandolo nella dimensione di una realtà che è come un dipinto, che vive di colori e contorni mutevoli, l’uno scivola nell’altro e niente è perfettamente definito.
In quello scivolare la misura del possibile e dell’impossibile.
Questa storia ha qualcosa che si può espandere, ha dentro una grandezza e un respiro che bisognerebbe mettersi lì sul molo e attendere, come fanno Cicero e Zita, aspettano.
Per ragazzi e anche per adulti.
Anche le immagini mi piacciono molto. Viste da sole possono essere una traccia di una storia che ogni bambino sogna da sé.
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“Cicero”, Antonio Ferrara, Paolo Domeniconi illustratore, Coccole book