Ieri mattina sono andata in libreria con due missioni: ritirare i libri ordinati e non comprarne altri, budget esaurito.
Appena entrata ho visto esposto il nuovo albo di Arianna Papini, desideravo vederlo e, mi son detta, guardare non costa nulla.
Sfogliandolo mi si è aperta un’emozione che non so dire, qualcosa tra il magone, il riconoscimento, la speranza, il sentire che dentro lì c’è tutto ciò che vuole dire Arianna, e nel suo tutto c’è anche ciò che desidero io e non saprei dire.
Ho posato il libro dicendomi che l’avrei guardato con calma a gennaio, l’avrei comprato più in là. Poi a casa mi è mancato quel pezzo di me, così nel pomeriggio son tornata in libreria. La sera, finalmente a letto, l’ho guardato con attenzione.
Ho pensato che nel mio leggere un albo, a mezzanotte e a 50anni, sta il senso di tutti gli albi del mondo. Un senso che può essere riassunto in una parola che in sé porta tutto:
GRAZIE
*
“Nessuno sa”, Arianna Papini, uovonero