Per parlare di “Amore adolescente” seguirò la linea del viaggio che ho compiuto attraverso il libro, scriverò del mio stato d’animo prima di aprirlo, di come mi sono sentita nelle prime pagine e durante la lettura, e di come ne sono uscita.
Mi è particolarmente utile, in questa fase della mia vita di genitore, un saggio scritto per educatori che spieghi i codici vecchi e nuovi dell’amore adolescente. Non avevo idee chiare in proposito, e non avevo a disposizione un testo dedicato solo a questo argomento.
Allo stesso tempo mi avvicinavo diffidente alla lettura.
So di essere privilegiata rispetto ai miei genitori che hanno cresciuto i figli senza avere punti di riferimento, senza manuali scritti da professionisti. Oggi i manuali sono ovunque e ne escono nuovi tutti i mesi: nelle librerie, nelle edicole, alla radio, in facebook, youtube, instagram, audiolibri, podcast…
La personalità degli autori di libri è spesso molto esposta nei social e nella vita pubblica, questo ha un peso nel modo in cui percepiamo il contenuto dei testi che non riusciamo a separare dall’immagine di chi li ha scritti.
In alcuni casi la marcata presenza dell’autore diventa faticosa da gestire per me che ho bisogno di focalizzare l’attenzione al contenuto del libro. Mi porta a seguire immagini e pensieri accessori che deviano la mia attenzione e la disperdono.
Per questi motivi sono entrata nel testo prevenuta e non sicura di volerci rimanere. Un saggio che mi interroga come genitore non è un romanzo in cui non mi sento chiamata a rispondere di me. Il “come te lo dico”, la voce e la presenza dell’autore, il suo modo di porsi, di coinvolgermi e condurmi, sono l’esperienza principale di questo tipo di lettura.
Mi sono invece sentita subito bene, il percorso nel tema proposto è stato scorrevole, chiaro, fluido come in un romanzo. Mi sono sentita accompagnata e guidata nell’esplorazione del mondo adolescente, e non ho sentito l’ingombro dell’autore, non l’ho visualizzato, non mi ha distratta mai.
Dunque ho potuto concentrarmi sull’“Amore adolescente”, che è l’ospite d’onore del libro. Lo si guarda e osserva con tenerezza, stupore, delicatezza. L’Amore adolescente si colloca in un preciso arco temporale, anche noi adulti vi siamo passati attraverso. Filippo Mittino ci riconduce lì, a trovare nel ricordo dell’adolescente che siamo stati il punto di partenza per comprendere l’adolescente dell’altro. “Adolescente dell’altro” riassume anche il senso di quanto mostrato: l’adolescente è l’altro, è altro da noi, è dell’altro. Non è nostro. E nemmeno della nostra generazione.
Non si può parlare di adolescenti e del loro vissuto senza interrogarci sul modo in cui gli adulti di riferimento vivono e interpretano il loro crescere e trasformarsi. Tutto ciò nel libro è mostrato con delicatezza. Non mi son sentita una sola volta sbagliata, colpita nel vivo, allarmata, giudicata.
Esco da questa lettura con un’idea dell’amore adolescente che prima non avevo, e con un sentimento di gratitudine e interesse per le diverse espressioni dell’essere adolescenti e genitori.
La struttura del saggio è molto accogliente, simile a una passeggiata che non ha nulla del percorso a ostacoli. È un panorama che si allarga mano mano integrando diversi aspetti e possibilità, diverse persone anche.
Ogni capitolo è aperto da un dialogo scritto da Lodovica Cima – scrittrice, editor, formatrice –, una modalità narrativa che ci fa sentire subito a casa, sia come atmosfera sia come contenuto dei dialoghi.
A questo segue il commento psico educativo dell’autore – psicologo e psicoterapeuta –, poi un focus sulla vita dell’adolescente attraverso i box “La stanza delle parole”.
Chiude il libro una sezione in cui si trovano gli scritti prodotti da classi delle scuole medie in laboratori di scrittura per emozioni, messi a punto da Filippo Mittino con Antonio Ferrara – scrittore, illustratore, formatore. Gli scritti sono introdotti così:
“Vengono proposti qui perché, dopo tante parole adulte, è giunto il momento di ascoltare quelle adolescenti.”
Mi sento grata di aver potuto seguire questo percorso di lettura, ne esco con la sensazione che l’amore adolescente e l’adolescenza siano anche un giardino delle meraviglie dove tutto è spostato e tutto è in movimento, tutto ha un suo ordine confuso e una sua intrinseca bellezza, una direzione il cui senso è “al di là da me”. So che posso imparare i codici di comprensione, di attenzione, e la disponibilità di stare accanto. Posso anche farmi aiutare se ne sento il bisogno.
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Trovo significativa la dedica in esergo al libro:
“A mio padre, che in adolescenza, attraverso Prévert, mi ha regalato una lente di ingrandimento per guardare l’amore”.
Credo che quella stessa lente Filippo Mittino l’abbia usata oggi per guardare all’adolescenza, ai genitori e agli educatori.
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“Amore Adolescente”, Filippo Mittino con Lodovica Cima, Bur collana parenting
Al momento non mi riguarda (purtroppo 😉 ma l’idea è molto interessante. Sto scoprendo testi con argomenti che fino qualche anno fa non erano trattati
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Sì, le risorse disponibili cambiano con il cambiare della società e oggi ne abbiamo a disposizione tantissime. Anche io leggo testi mano mano mi riguardano, seguendo la crescita dei figli. Un saluto caro Paola!
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