TEMPORALI, FABULA E INTRECCIO, Davide Morosinotto

Il libro come oggetto magico.

Il libro nelle mani di Davide Morosinotto prende vita, non solo nel testo, anche nel corpo. Lo abbiamo visto in diversi suoi romanzi in cui il gioco grafico all’interno delle pagine è forma e modo narrante. Con Temporali il corpo libro si sdoppia, due libri per una storia. Che magia è questa?

Temporali rosso, Intreccio – a casa nostra lo vediamo arancio – e Temporali verde, Fabula.

L’incipit prima degli incipit è una domanda, l’abracadabra per entrare nel romanzo, è Bastiano che nella Storia Infinita deve scegliere da che parte stare dello specchio, è una scelta che Davide pone al lettore: “Da quale parte cominci?”

Attenzione, la domanda non è “Quale libro scegli?”, così come non si chiede quale delle due metà di un libro si preferisce leggere. Fabula e Intreccio sono due parti di una stessa storia che è esperienziale: è cammino, è movimento, è entrare e uscire dal romanzo per viverlo in modi diversi. Se fabula e intreccio sono trama e ordito di un tessuto, viaggiando sopra e sotto dentro e fuori la storia noi ne tessiamo il ricamo. Passiamo attraverso la storia e il tempo lasciando traccia del nostro viaggio.

Leggere e partecipare è giocare al videogioco dentro al libro. Si gioca forse una sola partita perché il mondo è sempre lo stesso?

Non è necessario comprare due libri, anche se io l’ho preferito e amato. Alla fine di entrambi ci sono due indici, Intreccio e Fabula, la storia è la stessa, cambia l’ordine temporale in cui ci appare e si usa l’indice come game di riferimento, trovando la strada per uno e per l’altro. In entrambi i libri è inserito un capitolo originale.

Temporali è da intendersi come eventi temporaleschi, o come successione di eventi spazio temporali distinti in passato presente e futuro in cui un corpo si muove?

Propendo per la seconda ipotesi ma non scarto la prima. Fulmini, acquazzoni, cumuli nembi e schiarite mi si sono mossi dentro, e si muovono dentro al libro.

Potrei scrivere del tanto che ho visto nella narrazione, i rebus, le domande che mi sono posta e le risposte che mi sono data, la storia personale che sono andata raccontando passo passo. Ma se un libro è un oggetto magico ognuno deve usarlo per sé, per vivere la propria storia, farsi domande, trovare risposte, traversare la trama, trovare sé stesso nella storia.

Così si diventa eroi e eroine di questo romanzo. Il viaggio inizia cadendo dentro al libro attraverso l’immagine in copertina. Ci siete già caduti?

Il tempo è cardine, sviluppo, domanda e risposta in questo testo e dentro di noi. Il tempo è quello del libro, gestito diversamente nell’ordine Fabula, lineare, e nell’ordine Intreccio, spiraliforme. Ma è il tempo del lettore che dà la variabile terza: quanto tempo impiega a leggere, quanto si ferma, quanto corre, quanto rallenta, quanto accelera? Qual è il tempo delle domande e delle risposte, c’è tempo per farsi domande e cercare risposte? È spettatore fuori dal libro o sta giocando una partita dentro al libro?

Sono tutte scelte.

Cambiare il modo del tempo in Intreccio e Fabula cambia la percezione del racconto, ma anche il tempo con cui il lettore sceglie di attraversare il libro imprime un modo del tempo alla storia. Cambia il tempo cambia la storia.

Ho scelto di leggere Intreccio per primo, amo le montagne russe di intrecci complessi e a volte indecifrabili. Da Fabula mi aspettavo una narrazione più lineare e piana, mi ha quindi stupito trovarmi a scorre in un flusso che restituisce un movimento avvincente, affatto scontato, interessante tanto quanto la prima lettura in cui i tempi sfrecciavano uno accanto all’altro in ordine sparso.

Rileggere il testo in una forma diversa mi ha fatto sperimentare un vissuto diverso. Sono uscita dal primo libro in un modo, sono uscita dal secondo libro in un altro. Alla fine del primo libro non mi sentivo arrivata, se non avessi avuto Fabula sarei tornata indietro a leggere dall’inizio, avendo Fabula ho proseguito il viaggio, che ho visto chiarirsi passo passo. Dal primo viaggio sono uscita con tracce di nebbia, dal secondo sono uscita pacificata, tutto mi era chiaro. Eppure, la storia è la stessa.

Non è il capitolo differente in ogni libro che aggiunge il tassello mancante, è l’esperienza dentro al libro che si approfondisce leggendo la storia nei due sensi proposti. Come a dire: per vedere bene trama e ordito bisogna viaggiare nei due sensi.

Allora forse ti accorgi che dove l’altra volta hai corso, questa volta rallenti, dove l’altra volta hai rallentato, questa volta acceleri. Compi un viaggio diverso dentro lo stesso paesaggio. Non ci vai due volte a vedere il Gran Canyon se puoi? Non percorri sentieri diversi guardando da diverse prospettive per girare attorno allo stesso punto?

Ho avuto l’impressione, come mai prima, che dentro la storia tutti gli elementi siano neutri, presenti allo stato potenziale. Ricchi di mille possibilità e caratterizzazioni, ma silenti fino a che non apriamo questi benedetti libri e rivolgiamo sguardo e attenzione su di loro, significati e significanti, vita che si muove dal dentro al fuori, dall’uno all’altro.

Infine, ho avuto l’impressione che con questa scelta così corposa, così intrigante, così completa, Davide Morosinotto abbia desiderato gettare un ponte verso i lettori e verso i ragazzi in particolare, un ponte che sia percorribile solo dal lettore, un ponte che sia riappropriarsi della possibilità e del potere dell’entrare dentro un libro, viverlo, interpretarlo, perdercisi dentro. Senza dover dire niente a nessuno, senza dover rendere conto, senza farlo diventare l’ennesimo compito o performance di lettura instagrammabile.

Un libro, un viaggio, un mondo personale e fantastico.

Un libro che da scaffale ti chiama e sei tu che allunghi il braccio e lo afferri.

Inizi il tuo viaggio,

il tuo.

*

Temporali”, Fabula e intreccio, Davide Morosinotto, Camelozampa

Recensione di “Temporali Intreccio”

5 pensieri riguardo “TEMPORALI, FABULA E INTRECCIO, Davide Morosinotto

  1. Grazie Paola, sì so che libro è, li aspetto da biblioteca perché se comprassi tutti i libri che leggo non mi basterebbe uno stipendio. Li prendo in biblioteca tutti, ho un budget fisso per libreria e testi che mi serve avere in casa. Ad ogni modo, non riesco a leggere tutti i libri che escono e meno che mai a recensirli

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