“(…) Non mi andava di sprecare due settimane o magari addirittura un mese, nella creazione di una novella che non mi piaceva e non sarei stato in grado di vendere. Così me ne sbarazzai. La sera dopo, al mio ritorno da scuola, Tabby ne reggeva in mano le pagine. Le aveva adocchiate svuotando il cestino, aveva scosso via la cenere di sigaretta dai fogli accartocciati, li aveva lisciati per benino e letti. Mi incitò a proseguire. Voleva conoscere il resto della storia. Le risposi che non ne sapevo un cazzo delle studentesse di liceo. Mi assicurò il suo aiuto in merito. Aveva il mento inclinato e sfoggiava quel suo sorriso incredibilmente carino. ‘Credo che possa nascerne qualcosa di buono’, concluse. ‘Lo credo sul serio’ ”.
La nascita di “Carrie” è raccontata da Stephen King nel suo straordinario saggio “On writing”. È affascinante ascoltare dagli autori le storie dietro le storie: come nasce un romanzo, quali le idee, quale il percorso di scrittura. “On writing” è un regalo straordinario per chiunque ami la produzione letteraria di King.
Di Carrie racconta le difficoltà di un personaggio che non gli piaceva, di un cast tutto al femminile nei personaggi secondari, della consapevolezza che “rifiutarsi di completare un lavoro perché troppo complicato, emotivamente o creativamente, rappresenta una pessima idea”. Infatti da Carrie è nata un’intera carriera.
“Ero atterrato sul pianeta donna”, dice Stephen; è ciò che sentivo ieri con chiarezza seguendo i passi di Carrie nella parte incendiaria del libro. Ero dentro la mente di Carrie, la vedevo e sentivo agire il suo potere distruttivo, pensavo: “questa è l’esatta personificazione della Kalì”. Certo, non ci vuole un genio per riconoscere in Carrie la Dea Terrifica della distruzione e della morte. Kalì è rappresentata con 4 braccia tutte impegnate nella distruzione; rossa di sangue, porta una collana di teschi e una cintura di serpenti. A lei vennero offerti sacrifici umani.
Anche… se riportiamo all’origine il potere che in Carrie e nella Dea Kalì è scatenato e agito al paradosso, come dire… eccoci nella conca del pianeta donna.
Mai nella vita ho visto mostrare con tanta chiarezza in un libro il potere femminile di creazione e distruzione, potere unico che ha in sé entrambi gli aspetti. Inutile dire che l’aspetto terrifico del femminile non va molto di moda; non certo nella materna Italia che ne è intrisa a punto tale da non vedere la grande ombra dietro l’immagine del quotidiano. Signora mia, di cosa stiamo parlando…
Carrie porta in sé tutti gli aspetti del femminile: la tenerezza, la fragilità, l’accoglienza, la debolezza, il bisogno, il dolore, la ferita, l’istinto di scappare e nascondersi; la luce che brilla nell’angolo e può essere tenuta accesa anche nel dolore, nutrita di speranza, resa creativa. E la forza distruttiva, il potere, l’acciaio interiore, il desiderio di male: fare del male e uccidere, bere sangue, masticare ossa. Perdere la luce della ragione e dalla grotta nera scatenare l’inferno.
C’è una via di equilibrio interno che può essere perseguita solo con disciplina, chiarezza, controllo, attenzione continua. E scelta consapevole, momento per momento. Bisogna uscire da sé per vedersi da fuori, solo così ci si vede realmente.
Questo è il femminile
Nel nostro ‘piccolo’, se perdiamo il controllo del potere distruttivo, non siamo in grado di agire come Carrie fa nel reale della città e delle persone. Il potere oscuro in noi più facilmente si sposta nella trama, delle storie, della città, della vita delle persone, e lì tira fili, manipola, attira, e distrugge. Si nasconde a noi stesse, si ammanta di ‘bene’. Ce l’ha lì accanto, non è difficile.
Carrie, dice molto di noi.
“Di rado nella mia carriera mi sono avventurato in un sentiero così insidioso”.
*
CARRIE, Stphen King, Bompiani
Non l’ho letto e ora mi intriga. Vedi, le recensioni? 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
vedi? 😁
"Mi piace""Mi piace"
Carrie è un libro meraviglioso, ho sempre pensato che King renda meglio sul breve che sui romanzi troppo dilatati. A volte gli prende la mano con le descrizioni, non so se è un ‘opinione impopolare
"Mi piace""Mi piace"
ognuno ha diritto alle sue opinioni, la letteratura è viva e la relazione che si crea tra autore libro e romanzo è diversa in ogni caso
"Mi piace"Piace a 1 persona