Ho comprato questo albo il giorno stesso dell’uscita in libreria: 9 Marzo 2021. Ero impaziente di vederlo, trepidante direi.
L’ho aperto ancor prima di tornare alla macchina, uno sguardo alle pagine interne mi ha fatto mancare il fiato e ho deciso che non l’avrei guardato lì, né dentro né fuori la macchina.
A casa ho aspettato il momento adatto, non sentendolo arrivare ho poggiato il libro sul mobile della camera, ne vedevo la copertina. Per mesi. Non mi sono mai forzata ad aprirlo, a un certo punto mi son chiesta: “Chissà mai se arriverà il momento adatto o alla fine deciderò di leggerlo e basta”. A volte lo aprivo e subito richiudevo.
Ad agosto l’ho infilato nella valigia delle vacanze, sentendomi pure un po’ scema. Si può partire per le vacanze con un albo in valigia? Si può.
Anche qui al mare son passati i giorni. Non contenta dell’assurdo oggi ho deciso di infilarlo nello zaino che preparo per star fuori casa: telo, acqua, accessori vari, libro in lettura e eventuale altro, quaderno, biro, Albo illustrato. Una cosa comoda, leggerissima.
Alla fine l’ho aperto, verso sera m’è parso il momento adatto.
Di quest’albo ho sempre pensato che non avrei mai mai potuto scrivere nulla, è di una bellezza struggente. Non c’è parola che io possa aggiungere a quelle di altri. Il punto di vista e il sentire della narrazione, le pagine che ti fan venire voglia di stare dentro lì, finanche all’inferno a vederne la bellezza. Inebriarsi di immagini, passare le mani sulle pagine, leggere a voce alta i versi di Dante, cosa mai potrei dirne?
Ero seduta sul prato ed è caduta una foglia minuscola sulla pagina, identica alle foglie che Marco ha disegnato. Il vento ha mosso le pagine, ho sentito le cicale e tutti i suoni attorno. La luce della mezza sera, le onde che si aprivano sulla spiaggia.
Ho capito che il libro ha aspettato a farsi leggere perché potessero esserci la luce e l’aria aperta, le foglie, il canto degli uccelli e delle cicale. I suoni del bar, una musica lontana, un cane assetato che ansimava forte, le piccole foglie che cadevano, e tutta la vita,
tutta la vita che c’è.
Nient’altro
Nient’altro
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“La Divina Commedia, il primo passo nella selva oscura”, Daniele Aristarco, Marco Somà, Einaudi Ragazzi