Myra mi ha svegliato. La stessa cosa poteva farla una sberla, una scossa, un tuono all’alba. Ha spostato i pesi, il mondo si è inclinato e ho percepito la possibilità di scivolare, giù giù giù.
Ho visto Bradbury e Orwel là in fondo che occhieggiavano, giusto capire: – Com’è che è andata a finire sta faccenda?- Stanno ancora guardando, dalla finestra del tempo –Mira-. Ho visto spuntare Marcovaldo, nella figura del Direttore che nel pieno del distopico getta uno sguardo alle sue amate piante per controllare che siano rimaste in salute nel week end.
“Il Direttore sospirò: faticava ancora ad accettare di essere così in alto e non avere nemmeno una finestra vera per guardare fuori”.
Marcovaldo e la sua resistenza al mondo che cambia, il suo odio per la città e il desiderio di terra, foglie funghi e natura. Straniante accorgermi che di Orwell e Bradbury intercettavo lo sguardo, Marcovaldo invece guardava altrove, il mondo che lui rifiutava era ben altro da quello in cui siamo immersi ora. Il distopico è arrivato fin qui, dunque.
Non è nuova questa percezione. Ci siamo sentiti al centro di un racconto distopico quando Covid si è manifestato nelle nostre vite. Myra è chiaramente un racconto distopico, ma questo non ci lancia lontano verso un futuro ipotetico: per la maggior parte, quel futuro distopico, è la nostra vita attuale.
Myra è un’intelligenza artificiale molto simile alle nostre Siri e Alexa. Luigi Ballerini riesce a raccontare una storia avvincente e mozzafiato, ricca di colpi di scena e ritmata, tessendola sulla trama del nostro mondo ordinario. Il colpo di scena è nell’aprirci gli occhi e smantellare il concetto di “mondo ordinario”, risvegliandoci, facendoci vedere che questo è “un mondo straordinario assolutamente distopico”.
Dunque, cosa siamo disposti a fare ora? Perlomeno parliamone. Leggiamolo ai ragazzi e agli adulti, facciamolo conoscere. Questo romanzo è maledettamente centrato su noi esseri umani degli anni 2020, sia che siamo ragazzi o giovani adulti, adulti, educatori, genitori. Tutti.
Il mondo in cui viviamo, chi lo ha creato? I ragazzi lo trovano già concretizzato e non hanno memoria di quel che era. Ieri parlavo con mio figlio 13enne e gli dicevo: – Guarda che per te è normale, ma fino a 10 anni fa, 15 al massimo, noi eravamo liberi di starcene per conto nostro senza essere connessi a nulla, cellulari videocamere Siri Myry e vattelapesca. Non hai idea.
Nel romanzo sono i ragazzi a ribellarsi, ad aprire gli occhi e desiderare un modo diverso di vivere che peraltro non hanno mai conosciuto. Non l’hanno ricevuto in eredità, gli è stato sottratto. Un bambino scambiato nella culla.
Credo che il tema centrale di questo romanzo e di quel che ci mostra del nostro mondo, sia il desiderio.
Siri Miry e tutti i competitor digitali anticipano e assecondano ogni nostro bisogno, impedendo che in noi si accenda il fuoco vero del desiderio, che non è il fuoco fatuo di una scarpa su Amazon. Spostano il peso dal desiderio al bisogno, l’esatto contrario di quel che necessitiamo per crescere e evolvere.
Forniscono risposte prima ancora che siano immaginate le domande. Occupano lo spazio disponibile per formulare pensieri nuovi, formulandoli in anticipo per noi. Portano tutto e subito alla persona o la persona alle cose, impedendole di mettersi in cammino per andare altrove. Non c’è spazio per distendere mappe, progettare, seguire sentieri. Lasciar accadere l’imprevisto, il non programmato per noi.
Sottraggono linfa e la scambiano, con cosa non è chiaro. Non ci perdono mai.
Mi sono chiesta chi si nutre del desiderio rubato. O cosa, non saprei rispondere a questa domanda. Ma ho visto le nostre vite impoverite scorrere come acque che arrivano morte alla foce, ingombre di plastiche e scarti di oggetti inutili gettati nel flusso.
Forse un punto di svolta potrebbe essere riappropriarsi della possibilità di desiderare. Del potere di desiderare.
Per il momento, inutile nasconderlo, abbiamo barattato fette di mondo concreto con fette di mondo artificiale che si espande a dismisura, come il genio che dalla lampada di Aladino esce e si dilata. Poi dice di esaudire i nostri desideri. Ma vedi bene che senza Aladino s’andava per il mondo e qualcosetta si faceva da noi.
Il competitor digitale appaga il nostro atavico bisogno di magia. Ricade nel reale come un incantesimo normalizzato, perde l’aura di magia e veste i panni dell’ultimo prodotto tecnologico. Con la vita virtuale appaghiamo l’anelito magico del “tutto subito senza fatica”, nemmeno sfregare la lampada d’Aladino: si sfrega da sola e ci frega.
Ma non è detta l’ultima parola.
Forse dietro tutti i mondi virtuali, dietro tutti i narratori lettori e recensori, c’è una grande storia che continuamente ricade nel mondo. Non si fa mai acchiappare, non tace mai, si trasforma sempre.
*
Questo libro ti sposta.
Puoi essere cassapanca vittoriana e ti sposta, di peso.
Fidati.
*
“Myra sa tutto”, Luigi Ballerini, Il Castoro editore
Interessantissima video intervista di Matteo Pelliti per Internet festival, con Luigi Ballerini