EROE GUASTO, Antonio Ferrara

La storia di Alan Turing, il grande matematico il cui impegno scientifico, civile e politico ha contribuito ad accelerare la fine della Seconda guerra mondiale e la vittoria degli Alleati sulle forze nazifasciste. Il racconto intreccia la vita del giovane Alan con le vicende dello spionaggio militare del Regno Unito ai danni dell’armata di Hitler.
Ma Alan Turing era anche omosessuale, e per questo fu vittima di pregiudizi e gravi ingiustizie, fuori e dentro l’esercito. Prima e dopo la fine della guerra.

Non fu un uomo qualsiasi, Turing. No di certo.
Fu un genio. Usato e poi gettato via.“

Penso sempre che se in una recensione devo scrivere la stessa trama scritta nella sinossi e di conseguenza nel libro, posso anche lasciar perdere. Infatti questa sopra l’ho copiata dal sito dell’editore. Come i falsari, suggeriva una volta un amico: – Copia copia senza vergogna e poi rivendi.

Copertina di Sualzo, bellissima, titolo con un buco al centro, ti fa riflettere… Scorro le pagine e mi trovo tre, dico TRE pagine di numerazione capitoli, scritti in grassetto, tipo: uno, due, tre, ventitré, trentatré, cinquantadue. E cosa c’è di strano, chiederete voi. Di strano c’è che il libro ha 112 pagine e la terza dell’indice cade al numero 7.

Stai scherzando Antonio?

Cioè, non ho ancora cominciato a leggere e pare che mi prendi in giro, mi lanci una sfida. Ti ci vedo lì dentro che ridi, col sorriso da stregatto e i tuoi 52 capitoli. Decido che lo leggo di nascosto, non ne scriverò nemmeno un righino.

Leggo dunque, ascolto e osservo la forma, lo stile, mi piacciono sempre, c’è però quel rughino di fondo: – Oh, Antonio 112 pagine per parlare di Turing, non è che sono un po’ pochine?

E leggo

Forma e stile tirati all’osso senza arzigogoli, ma poetici. Nel racconto sono introdotti diversi temi importanti, caspita ma quanti? La narrazione è scorrevole e limpida, semplice ma non facile, tratteggia la storia di Alan, l’importanza del suo operato negli eventi della seconda guerra mondiale e dell’umanità. L’intrecciarsi degli eventi storici è avvincente, ti pare di vederli i sottomarini, le manovre militari, le mosse frenetiche, di entrarci dentro, e il ronzare delle radio, le intercettazioni, aerei che si alzano in volo, strategie, spionaggio. A Turing dobbiamo la progettazione di Colossus, macchina antesignana del computer e del telefonino che teniamo in mano o in tasca o sul tavolo in questo momento. A ciò s’aggiunge la vicenda umana di ragazzo, studioso, omosessuale, e il terribile decorso degli eventi che lo portarono a subire oltraggi gravissimi e insopportabili. Quindi, identità di genere.

Mi si sono aperte mille finestre, ho intercettato due film da guardare in famiglia con i figli a loro volta accesi dalla lettura del libro.

Il tutto in 112 pagine.

Una sorta di paradosso: tanto in poco spazio.

Quando mi sono resa conto di quanto mi ha attivato questa lettura, quante finestre ha aperto, quanto ha stimolato in curiosità e desiderio di conoscenza, ho intercettato il mio stereotipo, eccolo: – Un libro piccino, poche pagine, dai Antonio però, potevi scriverne di più?

Mi son venuti in mente i fustoni detersivo del prendi 3 paghi 2. A un certo punto nella storia dell’umanità son comparse confezioni di detersivo giganti, arricchite di materiale inerte totalmente insolubile. Ai tempi delle mie ricerche -2006- in quasi tutti i detersivi pubblicizzati e biologici si trovavano zeoliti in percentuale variabile dal 15% al 30%.

Ma perché, vi chiederete, han riempito di materiale inerte i detersivi? Semplicissimo: il fustone signora mia, tre per due fa più gola, paghi di meno prendi di più.

Ricordate poi quando comparvero le prime scatoline rosa di polveri attive contro le macchie? Guardate che non c’erano prima. Da aggiungersi al detersivo dicevano, per lavare meglio (che occhi grandi che hai nonna… è per guardarti meglio…)

La storia è andata così: prima hanno aggiunto alla polvere detersivo del materiale inerte per rendere più voluminoso il prodotto a scaffale, poi, nella rincorsa del “chi fa il fustone più conveniente” hanno utilizzato polveri a minor capacità lavante perché meno costose. A quel punto – ABRACADABRA – hanno sfoderato un comodo additivo smacchiante da aggiungere al lavaggio, acquistabile a parte. Altro non è che la parte attiva del detersivo, quella sottratta in precedenza.

Ecco

Quando ho messo in fila sul tavolo quanto della storia di Alan Turing è narrata in questo librino, quanti aspetti personali storici e umani in cui specchiarsi, mi sono meravigliata. Mi son trovata davanti a parole che aprono finestre, alla narrazione che sfugge alla narrazione, nel senso che si espande, accende curiosità di seguire le tracce fuori dal libro stesso.

Il momento storico narrato è in linea con il programma di terza media di mio figlio. Se penso a quanto poco accende entusiasmo la narrazione didascalica del suo libro di storia, e quanto al contrario ne accende questa, mi chiedo perché, perché ancora siamo convinti di dover mettere in campo narrazioni rigide, schematiche, affatto entusiasmanti, a volte inutilmente barbogie, riempite di materiale inerte insolubile, che costruiscono muri invece di aprire finestre.

La mission di settenove editore è narrare un mondo senza stereotipi. Poiché questi esistono, il modo per eliminarli è riconoscerli, per trasformarli. Questo libro mi ha portato davanti allo specchio di uno dei miei stereotipi: Il libro grande, come il fustino di detersivo grande, è meglio di quello piccolo, vale di più.

Credo che su questo dovremmo tutti confrontarci. Tutti.

Le parole aprono finestre, o costruiscono muri. A volte, sono materiale inerte che serve solo ad occupare spazio. A volte

*

Eroe guasto, Antonio Ferrara scrittore, Sualzo illustratore, settenove editore

*

The Imitation Game è un film del 2014 diretto da Morten Tyldum. Candidato a 8 premi oscar, vincitore del premio miglior sceneggiatura non originale.

Enigma è un film del 2001 diretto da Michael Apted, altrettanto interessante e complementare

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