Se la notte ha cuore, da questo cuore non voglio uscire più.
Doveva arrivare in libreria a marzo 2020, nel pieno della notte del covid. Ha aspettato il suo tempo ed è nato al mondo a giugno. Non sarei stata in grado di leggerlo a marzo, nell’orrido di Bergamo, ora mi arriva perfetto, luminoso, intrigante, curativo. In qualche modo simboleggia per me il prima e il dopo, il presente: la notte ha cuore.
Ho traversato questo tempo oscuro sentendo il cuore della notte al di là di ogni paura, tanta era l’una, tanto era l’altro, invisibile, imprendibile, indescrivibile ma presente. Una luce dentro al buio. Matteo Corradini riesce a maneggiare questa materia ineffabile con una maestria indescrivibile. Sono solo a pag 122, vado più indietro che avanti, rileggendo, mi fermo, mi nascondo tra le pagine, stendo una coperta sull’erba e osservo la luce che rifrange. Rimango accolta in questa storia, nel suo suonare e illuminare, come fosse pensata per me, ospite fino a quando vorrò starci. Non c’è fretta di arrivare alla fine.
Delittuoso sarebbe raccontare un solo aspetto di questo racconto. Sarebbe anche un vero peccato sviscerarne le parti, ordinarle sul bordo, catalogarle, esporle alla fredda luce dell’analisi. Perderebbero il loro incanto, come una farfalla cui fissi le ali, per guardarla meglio.
No.
A un certo punto mi son detta, ma questo non è un libro, un racconto, è un’altra cosa anche. Cos’è?
Ho un’immagine ricorrente che descrive al mio mondo la natura di questo racconto. Vedo Matteo, vestito con abiti stranissimi, colorati, luminescenti, pieni di paillettes. Un grande cappello da Mago, fuxia nientemeno, un sorriso da stregatto. E’ nel prato, accanto a una specie di carrello dei gelati, quelli di una volta, scatole di legno con le ruote. Ma non vende gelato, quella scatola è un carillon. Girando la manovella non solo esce suono, all’interno è un caleidoscopio e mettendo in movimento la storia si riversano, tra il racconto e il lettore, infinite tessere colorate e luminescenti che si compongono in creazioni via via sempre diverse. Diverse per ognuno, ho il sospetto.
E’ come se l’azione data ai personaggi e alla storia, non serva a muovere loro, ma a muovere noi. Siamo noi lettori che ci muoviamo, o rimaniamo fermi, come abbacinati da sensi e non sensi, giochi di specchi, direzioni che decidiamo di prendere o lasciare. E’ come essere mossi dentro un grande gioco, un tabellone da tavolo. E’ un’esperienza narrativa, i personaggi siamo noi.
Tira i dadi
Gira la ruota
C’è una delicatezza in questa storia, una luce e una magia indescrivibili. Tutto mosso con cura, da dita abili, precise, che incasellano con rigore ogni singolo pezzo, nulla al caso. Il fine non è un’architettura rigida, è il volo della farfalla. Anche il Creatore credo, mise cura e precisione affinché la farfalla volasse. Quella delicatezza, quella danza di vita e colori. Quel volo, imprendibile. Imprendibile. Non lo puoi afferrare, solo partecipare di tanta bellezza.
Siamo tutti compresi dentro uno sguardo. Uno sguardo capace dei pezzi del caleidoscopio che rifrangendo si moltiplicano creando. Così siamo in questo racconto. La creazione e lo sguardo sono amorevoli e capienti.
E’ un viaggio al centro del tempo e fuori dal tempo, dentro e fuori la luminosità del mondo, nel cuore della notte.
Ci sono così tante meraviglie, a quest’interno, che non ne voglio svelare nemmeno una. Nemmeno una.
Fatevi un regalo
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Grazie infinite all’ Autore
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Bompiani è riuscito ha creare per questo carillon dei gelati un copertina e sovracopertina di un’eleganza e piacevolezza unica, e perfetta. Sembra proprio un gran bel libro.
” Se la notte ha cuore”, Matteo Corradini, Bompiani