Per descrivere “ Il libro di tutte le cose” di Guus Kuijer non posso usare parole. Mi è apparso uno sguardo, quello di mio figlio, quando aveva 6 anni credo. Ero seduta accanto a lui sul letto e gli leggevo “La zuppa dell’orco”. Incontrava in un racconto una mamma orribile, cattiva, che abbandonava i figli nel bosco. Era irretito, stupefatto, pieno di sgomento e meraviglia. I suoi occhi dilatati, la bocca una grande O .
Ecco
Questo libro sgomenta per la bellezza che racchiude in sé. Pare impossibile, in un librino così piccino, tutta quest’immensità.
Apre sguardi e meraviglia, lampi di luce nelle tenebre, incastona elementi di vario genere che danzano come neutrini in un universo di cui partecipiamo di tutto e non capiamo di niente. Sei lì e ti si spalanca il cuore, che nemmeno sapevi essere così serrato, difeso, incastrato nel petto.
Non dice, fa. Spalanca sguardi, finestre, lampi e vie di fuga, luce nelle tenebre.
Un ottimo momento, questo storico buio nostro, per leggere il libro di tutte le cose.
E’ ricco di pena e di grazia,
così noi.
– Capolavoro –
* * *
“Oggi ho sentito il cuore aprirsi
quasi mi pareva un armadio cigolante,
prima serrato
poi pian piano dischiuso.
Ante come foglie secche, come pergamene
fogli di libro,
come la gamba di cuoio di Eliza.
Faceva bum-crac-bum-crac
la gamba,
così il mio cuore
e la luce,
leggera
respirava piano”
*
“Il libro di tutte le cose”, Guus Kuijer, Salani, premio Andersen