Milla è una storia che attendevo da un po’, arrivata stamani al termine di un incontro dove esprimevo un sentimento che mi fa ombra in questi giorni: – Sono davvero amareggiata – dicevo. Ma Milla è riuscita a disperdere amarezza, a ricordarmi lo splendore, la luce dello sguardo, e farmi ritrovare ben impacchettata la frase che Antonio dice spesso e ripeto a me ed a altri: “Se scopri di avere una passione forte, il coraggio e la disciplina poi ti vengono”. Dunque via, come essere tristi con questa Milla per le mani.
Non mi resta facilissimo parlarne perché non di sole emozioni tratta questo libretto. In poco spazio c’è tanta attendibilità storica e scientifica, c’è desiderio di memoria, divulgazione, passaggio e consegna di ideali, schede, materiale d’archivio, cos’altro?
Ascoltando come Antonio sia riuscito a trasparire, col suo stile tutto cuore e poesia, all’interno di questa quantità di scienza, tecnica e dati, m’è parso di immaginarlo lavorare con attrezzi da modellista. Quasi vederlo costruire una barca di quelle che metti in bottiglia, con tutti quei pezzi piccoli piccoli. Tutto rimpicciolito e inserito con strumenti da chirurgo, ché, non manca niente dentro qui.
Ma poi l’immagine poetica è scoppiata come una bolla, ridendo, immaginandolo giocare al piccolo chirurgo. Con le pinzette inserire organi vitali all’interno del corpo del racconto, quindi metterci l’antiparticella dell’iperone lambda, l’antilambda, i leptoni, i quark, i barioni, i mesoni, gli iperoni, i peperoni, e tutto senza toccare con le pinzette i bordi, senza fare suonare il nasone. Altrimenti lo sentivi che bel QUARK!
Non so come abbia fatto a tessere questo insieme di dati storici e scientifici in una storia che suona di dolcezza, possibilità, visione, dedizione, emancipazione, ricerca e scoperta. Ma l’ha fatto benissimo: Milla accende luce e disperde amarezza. Milla, ne sarebbe fierissima.
Mi ha stranito maneggiare questo libretto che ha tante caratteristiche diverse, tutte ben accorpate. Non riuscivo a capire l’effetto che mi faceva. E continuavo a guardarlo, a guardarne immagini, colori, a toccare con le dita la grana della carta, osservare le cornicette ad ogni pagina, colorate come a farne quadri…
Poi ho capito.
– E’ un piccolo di Carthusia! – mi son detta.
E’ un libretto divulgativo con tutte le caratteristiche dell’albo illustrato. Perfettamente riuscito. Uno dentro l’altro. Un sogno dentro al sogno.
Grande, Grande Carthusia.
Grande Antonio, Grande Angelo Ruta illustratore.
E anche oggi abbiam portato a casa dolcezza.
Grazie
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Milla, Antonio Ferrara, Angelo Ruta, Carthusia Editore