I figli del bosco, Giuseppe Festa

Ho conosciuto Giuseppe Festa nei mesi passati, ascoltato le sue presentazioni libri e un concentro dei Lingalad; lo ascolterei tutta la vita e colgo ogni occasione per farlo ascoltare ai miei figli. Un narratore, un cantastorie, un musicista, uno scrittore, che altro? Per questi motivi il suo “I figli del bosco” è arrivato nei regali di natale.

Al primo sguardo la lettura m’è parsa ardua: ahimè son la persona più pigra del mondo, laddove Giuseppe scrive di camminate, scalate, bivacchi nel bosco, io mi tiro la coperta sulla testa e invoco infermità fisica e mentale. Son pigra anche con gli animali, e Giuseppe li Ama. In sintesi scrive -meravigliosamente- di camminate nella natura e animali selvaggi.

Ecco

Che ci faccio io che ci faccio

In vista della presentazione del libro in Libreria Fantasia mi son decisa a leggerlo, con l’animo di cui sopra, armata di disciplina e della sensazione di dover infilare gli scarponi per entrare nel libro. A predisposizione stavo 5 su 10, di cui 5 andavano in fiducia e niente in predisposizione.

E invece? Tò, che sorpresa! Le pagine scivolavano via, senza fatica, con piacere, il libro per cui non pensavo di avere corde mi accompagnava lungo tutto un viaggio nella natura e nell’incontro con il suo nucleo più selvaggio: il Lupo.

Non ho capito fino a ieri, ascoltando Giuseppe, come potessi io sentirmi parte, oltre che ascoltatrice, di quell’avventura straordinaria che è il quotidiano di tante persone che giorno a giorno indossano armi d’amore , conoscenza, dedizione assoluta, scarponi, e si occupano della salvaguardia e della natura del Lupo in ogni sua forma.

E’ nella cura, a sua volta dedizione, nell’intento del racconto, scritto, parlato, viaggiante di libreria in libreria, di scuola in scuola, di città in città, che vedo il senso. Se non vi fosse questo senso e l’importanza di condividerlo con tutti, non ci troveremmo di fronte Giuseppe che si sposta, ovunque, portando il suono dei Lupi della foresta, i racconti del Monte Adone. Abbiamo sentito l’ululato di una notte di Lupi uscire da un impianto digitale. E se così mediato potrebbe essere nulla rispetto all’ululato in natura sui Monti Sibilini, è tantissimo per chi, su quei monti, non andrà mai. E’ tantissimo. Un’eco, una risonanza.

Ho sentito ieri di far parte di un tessuto, di cerchi concentrici, di cui posso essere un cerchio periferico rispetto al nucleo che non toccherò mai, ma sono parte dello stesso sistema. Attraverso il risuonare dei cerchi arriva anche a me, la vibrazione dell’interno.

E’ come una staffetta: voci che si alzano e comunicano un racconto alla voce vicina, che lo ascolta e rimanda, e rimanda, e rimanda, via via spostandosi da dentro a fuori, risuonando di spazio in spazio. Dal Monte Adone al centro della città più lontana. L’ eco dei mondi attraverso i mondi, in uno il ricordo dell’altro, il suono di un mondo lontano che lontano è solo nella traccia, come solco su un disco in vinile. Tutto fa parte di un unico racconto. Tutti risuoniamo delle stesse memorie, della stessa musica. Tutti siam figli dello stesso Lupo, della stessa Lupa, dello stesso bosco.

La ricostruzione di fatti veramente accaduti, dentro “ I figli del bosco”, è figlia di un grande narratore che ha tessuto con pazienza e maestria vari personaggi e piani narrativi. Così come tesse e accompagna tutti i personaggi e i mondi dall’inizio alla fine, così accompagna noi che siam chiamati ad entrare nella storia. Se lo facciamo, ci lascia in mano qualcosa che è a nostra portata, e in nostro Potere decidere come utilizzare. Una porta, una moderna chiave magica da usare, non usare, come via di accesso, spartiacque tra i mondi. La possibilità per tutti, infine, di ritrovarsi.

C’è anche Magia dentro i figli del bosco. Tutta la Magia dei mondi, e del bosco.

Un po’ l’avevo capito, quando muovendo la fascetta si era sprigionato profumo di mandorle, che quel libro voleva farsi sentire anche da me.

Grazie a Giuseppe Festa, Meraviglioso Cantastorie

Grazie a Libreria Fantasia che ci fa regali immensi, tutti i giorni resistendo insieme a tante librerie indipendenti e alzando la serranda con coraggio e dedizione assoluta, e ogni volta che ci offre possibilità di ascoltare le storie risuonare, attraverso l’autore.

Grazie

*

“Il filglio del bosco”, Giuseppe Festa, Garzanti editore

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