“ Un sogno dentro al sogno, il desiderio di protezione del desiderio” (cit. A. Ferrara)
Non avevo intenzione oggi di scrivere di questi tre libri, idealmente legati l’uno all’altro. Hanno costituito un filo narrativo che mi ha accompagnato negli ultimi mesi: settembre “Ero cattivo”, novembre “Pusher”, gennaio “Insegnare al principe di Danimarca”.
I libri di Antonio Ferrara sono romanzi, “Ero cattivo” ispirato alla sua esperienza di educatore in una comunità alloggio per minori; “Pusher” legato idealmente a “Ero cattivo” e ispirato al prezioso lavoro di Carla Melazzini e Cesare Moreno, Maestri di Strada; “Insegnare al principe di Danimarca” è la storia vera del loro lavoro di Maestri di Strada, in progetti di recupero anni scolastici per ragazzi in condizioni ambientali e familiari agli estremi, nei quartieri popolosi di Napoli.
“Aiutiamoli a casa nostra”, dunque. Magari.
Sarebbe già qualcosa leggere questi libri.
In realtà oggi sono cascata nella mia mente dentro queste storie, tutte vere a loro modo, seguendo altri pensieri che riguardano il quotidiano e la cronaca: migranti, asilo politico, cura, assistenza, ragazzi ai margini, curarsene, fregarsene, eccetera.
E’ andata così: pensavo alla forbice che c’è tra l’ideale che vorremo vedere realizzato nella società, e la realtà. Uno spazio immenso in cui si consumano tragedie e naufragi, abbandoni, menefreghismi, abbruttimenti della società tutta. Ho visto quello spazio come la realtà ad oggi disponibile, per starci, non per scappare via da lì. Ho immaginato che sia la risorsa, non il cancro. Uno spazio immenso, pieno di vita.
Ho ricordato le persone – tracciate in queste tre storie – che giorno a giorno si siedono lì accanto e proteggono, desiderano, credono, immaginano e nutrono, cercano e fanno crescere il buono, in ognuno. Le ho viste, nella cronaca di ieri, tornare dall’obitorio dopo aver cercato di riconoscere un ragazzo che s’è buttato sotto a un treno per disperazione, desolazione e abbandono senza confine. Le ascolto distrutte e disperate, e so che oggi e domani porteranno avanti il loro lavoro di far crescere il buono, dare spazio e accoglienza ad ognuno, soffiare sulla Speranza. Attendere con pazienza e senza garanzie. Prendersi cura degli ultimi.
Non so come dire… il nostro oggi è proprio nella forbice tra quello che vorremo e quello che è, uno spazio immenso di creazione dove, nel mezzo di quel che pare rifiuto – il rifiutato di qualsiasi nazionalità, anche la nostra- c’è la gemma di un uomo nuovo, un uomo che da solo non ce la fa e chiama a sé altri uomini, in aiuto. Così facendo, cresciamo tutti, diventiamo un’unica nuova realtà. E non è detto chi sia il più debole, non è detto.
L’ energia è tutta lì.
E’ tanta e spaventa, ma è lì. Per tutti.
“O tutti, o nessuno”. È questa la condizione a cui non si scappa più.
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Vi invito a leggere Ero cattivo e Pusher
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Insegnare al principe di Danimarca, Carla Melazzini, Sellerio Editore
2 pensieri riguardo “Insegnare al principe di Danimarca, Pusher, Ero cattivo”