Questa storia dei “romanzi per ragazzi” io non la capisco. O meglio, capisco che siano perfetti per ragazzi, ma per adulti?
Facebook, invece di propormi libri della giapponesina pazza che riordina le mutande in equilibrio pitagorico, e manuali di educatori danesi che m’annoiano il comodino, non potevi propormi narrativa per ragazzi di Grandi Autori Italiani? Sto percorrendo un viaggio dentro libri meravigliosi.
Aggiornati facebook. Evolvi. Disambigua.
Vorrei tanto scrivere anche solo una frase tratta da questo libro, la trovate nelle prime tre pagine. Illumina Tutto. E’ il cuore attorno a cui è immaginato il libro che cresce, di pagina in pagina. E le persone che crescono dentro al libro: come saranno quando il libro sarà finito, e dopo ancora.
Mi si è impresso dentro, questo modo bellissimo. Magia Pura. Credo mi abbia insegnato più dei mille manuali letti e di quelli per cui non ho avuto il coraggio e la pazienza.
Antonio Ferrara come sempre: bellissimo, commovente, delicato, importante e pratico. Easy to do. Modello chiavi in mano. Bevete e mangiatene tutti. Portatelo nel mondo.
Dicevo che vorrei scrivervi qualcosa del libro, anche solo una frase. Ma non scriverò nulla per non portare niente fuori da lì. Avete la possibilità di andare alla fonte e lasciarvi imprimere di ogni spazio, parola, silenzio, intenzione, così come sono stati pensati e disposti per voi. Tutto ha un senso: questo è perfetto, preciso, delicato e quieto. Fatevi un regalo.
Quando ho iniziato a leggerlo, entrata nella sua dimensione, nel suo ritmo, nella sua luce, subito mi son sentita calare all’ interno di uno spazio, fuori dagli schemi, fuori dal quotidiano, fuori dalla luce principale. E’ uno spazio doloroso, di inadeguatezza, di vergogna, di colpa, di rabbia, di enorme paura, quello che il protagonista sente. E noi con lui. Uno spazio conosciuto.
L’immagine che ho visto, mentre il mio sentire si sintonizzava nel tessuto del racconto, è stata quella della carta carbone, la carta ricalcante del secolo scorso. E’ stato come leggere la storia e il vissuto dalla parte della carta carbone, quella nera che stava sotto la carta bianca. Quella che veniva improntata da dita che picchiavano con forza sui tasti, lettera per lettera. Quella in cui le scritte escono luminose per rimbalzo. Tutta nera, con parole di luce.
Antagonista e complementare al foglio “bello”, tutto bianco con scritte nere.
Leggevo da un’ottica altra, come da fuori; sentivo lo scricchiolio di antica memoria della sottile carta carbone, che veniva staccata, con delicatezza, dal foglio bianco. E nel suo staccarsi ecco apparire le parole, di luce, su fondo nero. Ancor più luminose.
La delicatezza usata per maneggiare la copia carbone della storia di Angelo, il protagonista, è la stessa che dovevamo usare per maneggiare il foglio sottilissimo di carta ricalcante. Ricordate com’era tra le dita? Dovevamo stare attenti a non romperla e accartocciarla, tanto era sottile, e a non fare troppa pressione, perché quel nero lì poteva spandersi dappertutto, macchiare. Poi non ce n’era nel posto giusto, quando ti serviva per fare rimbalzare le lettere.
Lettere di Luce su fondo Nero.
Ho sentito spazi vuoti dentro me, che non avevo mai sentito esistere. O non ricordavo di aver sentito. Eppure erano lì, come in attesa. Venivano colmati da questa storia che è come una nenia, una musica che riempie, e cura.
Fa emergere Luce. Quella dolce del mattino, dei nuovi inizi, piena di Speranza, con tanto tempo davanti.
Quanto Bene Scrivi, Antonio Ferrara
Grazie
*
“Ero cattivo”, Antonio Ferrara, San Paolo editore. Premio Andersen 2012
Leggi “Pusher”, leggi “Insegnare al principe di Danimarca”
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